Mille aziende di autotrasporto sparite in Veneto

La Confartigianato Trasporti del Veneto denuncia che dal 2013 al 2017 hanno chiuso 1007 autotrasportatori, pari il 13,5% di quelli che hanno sede nella Regione. Tre priorità per il ministro dei Trasporti.

L'autotrasporto artigiano veneto conta 13mila addetti, tra cui 6364 imprenditori e 6727 dipendenti, distribuiti in oltre seimila aziende che hanno un parco complessivo di ventimila veicoli industriali. La statistica mostra anche un lato oscuro: il bilancio negativo di 1007 unità tra aziende chiuse e aperte tra il 2013 e il 2017.
Durante l'incontro, l'associazione degli autotrasportatori ha messo in evidenza tre priorità che intende sottoporre al ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli. La prima è la realizzazione in "tempi brevi e certi" della Pedemontana Veneta: "Vanno impegnate da subito le risorse per finanziare gli interventi di adeguamento della viabilità locale di collegamento con i nuovi caselli", afferma Nazzareno Ortoncelli, presidente di Confartigianato Trasporti Veneto. "Questa opera è tutto fuorché una cattedrale nel deserto: quasi 600mila persone vivono nei soli Comuni attraversati dalla superstrada, un milione se consideriamo la fascia Pedemontana più allargata". Ortoncelli precisa che la nuova arteria stradale dimezzerà i tempi di percorrenza da Treviso a Bassano del Grappa.
La seconda priorità è intervenire nei confronti dell'Austria per eliminare i limiti di transito dei veicoli industriali lungo l'asse del Brennero: "L'Italia deve sostenere che sia riaffermato il diritto comunitario della libera circolazione delle merci e contrasti la misura austriaca che sta danneggiando i vettori trasportatori ma soprattutto crea danni incalcolabili per l'economia italiana tagliando fuori la produzione diretta ai mercati del Nord Europa".
La terza priorità è il rinvio dell'entrata in vigore della fattura elettronica per gli acquisti di carburante: "Pur non essendo contrari ai principi ispiratori del nuovo obbligo, leggasi lotta all'evasione, riteniamo che i dubbi tecnici e pratici ancora da sciogliere siano troppi soprattutto ad una manciata di giorni dall'ora zero. Confidiamo inoltre nella tenuta dei sistemi informatici gestiti dalla pubblica amministrazione che altrimenti procurerebbero la paralisi per i nostri approvvigionamenti quotidiani. Per questi motivi chiediamo lo slittamento della scadenza del 1° luglio affinché ci sia totale chiarezza su questo cambiamento imposto ed epocale".
L'associazione chiede anche d'intervenire sul prezzo del gasolio: "Nell'autotrasporto, il carburante impatta in maniera significativa e se non si arriva ad una riduzione degli attuali prezzi del gasolio le imprese chiuderanno o dovranno aumentare le tariffe di trasporto, ma questa è una condizione difficile da realizzare in un momento di grande sofferenza. Chiederemo al nuovo Governo di ridurre il carico fiscale che cresce, con il crescere dei prezzi industriali e d'introdurre un calmiere onde stabilizzare i prezzi evitando oscillazione sistematiche che penalizzano gli operatori in quanto non è possibile fare tariffe settimanali o mensili che tra l'altro sono irrecuperabili sul mercato".

(fonte trasportoeuropa.it)

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