Incentivi per battere la crisi dei rimorchi

In una conferenza stampa online, il 28 maggio 2020 Unrae ha raccolto un ampio numero di operatori del comparto del trasporto professionale e dei costruttori di rimorchi per fare il punto su un settore strategico per l’Italia. Il presidente della sezione Allestimenti dell’associazione dei costruttori esteri, Sandro Mantella, ha puntualizzato come: “l’Unrae abbia deciso di porre l’attenzione anche ai rimorchi, che nell’ecosistema del nostro comparto sono un elemento cardine. Poiché sono settore fondamentale con tanta ricerca e tecnologia alle spalle volta a produrre più effetti positivi a livello ambientale e di sicurezza sulle strade”. Purtroppo il momento storico è dei peggiori. L’andamento del settore dei trailer è quasi costantemente in calo. Dal 2007 al 2012 si sono persi quasi i due terzi del volume complessivo di immatricolazioni. La ripresa successiva ha raggiunto il massimo nel 2017, per poi ridiscendere nel 2018 (- 3,9%) e nel 2019 (- 7,1%), fino al crollo odierno del 2020 (con per i primi 5 mesi a un –48,2%).

La diminuzione costante delle immatricolazioni a partire dal 2017 è legata, nell’analisi dell’Unrae, a fattori quali l’inadeguatezza dei fondi stanziati, la discontinuità nei periodi di finanziamento e gli eccessivi ritardi nell’erogazione dei contributi, che sono stati talvolta anche ridimensionati rispetto agli importi previsti. “La situazione dei contributi”, ha proseguito Mantella, “ci dice come le immatricolazioni del nostro comparto dipendano fortemente dalla disponibilità d’incentivi. Le condizioni di discontinuità derivanti dalle modalità di erogazione finora impiegate non hanno facilitato le strategie di investimento delle imprese di autotrasporto. Inoltre, dal 2017 al 2019 le risorse dedicate a rimorchi e semirimorchi sono scese da 19 milioni a 6 milioni di euro. Questi ultimi esauriti con le domande presentate nei primi dieci giorni dall’apertura dei termini”.

Mantella aggiunge che “i fondi sono riservati ai veicoli allestiti per il trasporto intermodale, che si svolge per lo più su tratte internazionali, dove la presenza dei trasportatori italiani è purtroppo in continua diminuzione, mentre per l’acquisto di nuovi rimorchi e semirimorchi stradali da impiegare sulle nostre strade, nessun contributo è previsto. Questo significa che il parco italiano continua ad invecchiare eccessivamente, diventando oltretutto sempre meno sicuro”.

In base ai dati disponibili, dal punto di vista della sicurezza l’associazione ha stimato che l’81,6% del parco rimorchiato circolante in Italia sia privo del sistema di controllo della stabilità (Esp) e il 37,2% non abbia i dispositivi di assistenza alla frenata (Abs). “Come soluzioni ai problemi della sicurezza del trasporto e della circolazione”, dice Mantella, “si chiedono limitazioni alla circolazione dei veicoli rimorchiati privi dei sistemi di sicurezza avanzata oggi disponibili, il controllo sulle importazioni dall’estero di rimorchi usati, proponendo anche la ripresa e lo sviluppo dei progetti 18 e 25”.

Mantella conclude dicendo che si sono “identificati alcuni interventi strutturali: un fondo triennale per l’acquisto di rimorchi e semirimorchi contro rottamazione non limitato all’intermodalità, agevolazioni tramite credito di imposta in alternativa agli incentivi, anche per quelli disposti in passato e non ancora erogati, contributi per l’allestimento di rimorchi e autoveicoli con dispositivi ecologici”. Rincara il messaggio Franco Fenoglio, presidente della Sezione Veicoli Industriali Unrae: “Abbiamo fatto poco per motivare le grandi aziende di allestimenti a investire in Italia. Per la troppa burocrazia, la poca stabilità politica, i pochi incentivi e investimenti contributivi. I grandi Gruppi europei e nazionali hanno bisogno di certezze a dieci anni e non di breve periodo per investire. Ci vogliono stabilità e strutturalità nei comportamenti, promesse certe. Tanta fiducia e poca burocrazia”.

(fonte trasportoeuropa.it)

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