Atto d’accusa di Toninelli contro le autostrade

Nel pomeriggio del 27 agosto 2018 il ministro dei Trasporti ha tenuto un'audizione alle Commissioni riunite Ambiente di camera e Senato sul crollo del ponte Morandi, facendo il punto sulle concessioni autostradali e sui controlli dello Stato.

Il ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli, ha portato alle Camere una requisitoria contro le concessioni autostradali, ripercorrendone la storia e facendo alcune puntualizzazioni sulle attività di controllo da parte del ministero. Il primo punto riguarda la pubblicazione dei testi delle concessioni, che per anni sono state mantenute segrete e ora rivendicata da diverse parti. Infatti, la mattina stessa dell'audizione, Autostrade per l'Italia ha reso pubblici tutti gli atti della propria concessione, ma Toninelli ha sottolineato di averlo fatto prima per tutte le concessioni. D'altra parte, nel dibattito seguente un esponente del PD ha ricordato che la pubblicazione è stata avviata dal precedente ministro. Ma l'accusa più rilevante s'incentra sulle tariffe e sui controlli dell'attività delle società concessionarie da parte dello Stato.
"I costi della costruzione di gran parte della rete autostradale italiana, realizzata negli anni Sessanta e Settanta con fondi pubblici, erano già ammortizzati alla fine degli anni Novanta, quando la sua gestione è stata ceduta ai privati". Nonostante ciò, le tariffe sono sempre aumentate – aggiunge il ministro – e le società concessionarie hanno ottenuto profitti enormi. Toninelli ha portato l'esempio della rete gestita da Autostrade per l'Italia, che ha un ricavo medio per i pedaggi di oltre 800mila euro l'anno, mentre la Germania, che ha una gestione completamente pubblica e fa pagare il pedaggio solo ai veicoli industriali, ha un ricavo medio di 310mila euro al chilometro. "In Italia abbiamo le autostrade più care d'Europa e Banca d'Italia afferma che l'aumento delle tariffe è stato superiore a quello dell'inflazione".
Mentre i pedaggi aumentavano, gli investimenti delle concessionarie autostradali diminuivano: "Nel 2000 risulta una spesa per investimenti di due miliardi di euro, che sono diventati 950 milioni nel 2017. In questo intervallo di tempo, i piani delle concessionarie prevedevano 25,5 miliardi per investimenti, mentre risultano spesi 16,5 miliardi. Insomma, manca il 35% degli investimenti. Bisogna quindi intervenire su un sistema malato, che non ha giustificazioni e confronto con altro Paesi comunitari".
Toninelli ha anche parlato dei rinnovi delle concessioni, attuati dai Governi precedenti senza gara e in virtù degli investimenti promessi: "Le società autostradali hanno usato i ricorsi sulle convenzioni in modo strumentale per allungare i tempi delle concessioni e prorogarle senza nuovi piani economici-finanziari. Intendiamo adottare misure punitive nel caso di ricorsi manifestamente infondati". Il ministro ha parlato anche di altre misure che intende prendere: creare una banca dati centrale su tutte informazioni sullo stato e manutenzione di tutte infrastrutture e sui provvedimenti programmati e attuati; graduare gli interventi di manutenzione secondo l'importanza e l'urgenza; potenziare il servizio ispettivo del ministero e ripristinare l'Agenzia di controllo per una rigorosa vigilanza sui concessionari. "A settembre convocherò i concessionari, chiedendo loro il programma dettagliato degli interventi con il preventivo delle risorse. Faremo tutto per rivedere il sistema convenzioni, valutando se l'interesse pubblico possa essere quello della nazionalizzazione o della revisione delle convenzioni. Il Governo procederà compatto per i diritti cittadini".
Il ministro dei Trasporti ha ripercorso la vicenda dei controlli pubblici sulla rete autostradale: "Fino al 2012 la funzione di vigilanza e controllo sulle autostrade era svolto dall'Anas con una struttura dedicata e specializzata, ossia l'Ispettorato per la vigilanza sulle concessioni autostradali, che usava diverse risorse dell'Anas stessa. Poi la Legge del 2011 che ha riordinato l'Anas prevedeva una specifica Agenzia di controllo sulle infrastrutture stradali e autostradali, che avrebbe dovuto avere un'autonomia organizzativa e finanziaria e che doveva essere soggetto al ministero. Ma i termini di attivazione di questa Agenzia sono stati prorogati fino al 2012, poi è stata soppressa e i suoi compiti sono stati trasferiti al ministero dei Trasporti con la nascita di una strutture per la vigilanza delle autostrade. La costituzione di questa struttura è stata difficile e ha escluso i collaboratori esterni e il personale a tempo determinato prima usati dall'Anas".
Toninelli ha anche parlato delle risorse per l'organismo ministeriale di vigilanza sulle concessioni, passate dai 16,6 milioni del 2008 ai 10,7 milioni del 2017. Quest'ultima cifra, inoltre, comprende anche una quota di spese generali usata da altre Direzioni del ministero. "Valutiamo che lo scorso anno le risorse effettivamente disponibili per la vigilanza siano state di sei milioni di euro. Inoltre, questo organismo avrebbe dovuto avere un organico di 250 tecnici specializzati, ma nel 2008 impiegava 148 persone, che oggi sono ridotte a 110 e oltre la metà non sono tecnici, ma addetti e assistenti", ha precisato Toninelli, aggiungendo che "stiamo preparando provvedimenti per potenziare la vigilanza".

(trasportoeuropa.it)

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