Anche l’Antitrust riapre il fronte dei Costi Minimi per l’Autotrasporto

L'Autorità garante della Concorrenza e del mercato ha pubblicato nel Bollettino Settimanale una segnalazione diretta al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, relativa alla pubblicazione dei Costi minimi dell’Autotrasporto.
L’Antitrust ha ritenuto “di ribadire la natura fortemente restrittiva della concorrenza di una pubblicazione di valori indicativi di riferimento nella medesima modalità oggetto del citato parere motivato del 22 aprile 2015, a prescindere che ciò faccia seguito ad una determinazione di un’amministrazione nazionale o di un organismo composto da rappresentanti degli operatori economici. Tale pubblicazione rischia infatti di condizionare la libera contrattazione tra le parti con conseguente tendenziale allineamento dei prezzi dei servizi di autotrasporto verso l’alto, peraltro senza che il MIT abbia ancora chiarito il legame tra le esigenze di sicurezza che si intenderebbero tutelare e la pubblicazione dettagliata di valori per ciascuna componente dei costi di esercizio”.

L’Agcm “ritiene pertanto opportuno che il MIT non proceda ad una mera ripubblicazione del documento già oggetto del parere motivato dell’Autorità del 2015, ma semmai ne corregga in radice l’impostazione complessiva. In particolare, è opportuno che codesto Ministero adotti ogni accorgimento necessario a minimizzare il rischio, ad oggi elevato, che la definizione dei valori indicativi di riferimento finisca di fatto per condizionare indebitamente la libera contrattazione tra le parti”.

Secondo l'autorità sarebbe auspicabile “che codesto Ministero modificasse l’impostazione per cui tutte le componenti di costo risultano costituite da costi fissi non dipendenti dalle capacità imprenditoriali tranne il “costo dell’organizzazione” (che nella nota metodologica oggetto del parere motivato del 22 aprile 2015 si stimava rientrare in un intervallo di valori calcolato in percentuale sul fatturato). Tale impostazione, infatti, da un lato non considera che gli operatori, anche attraverso l’organizzazione dei processi produttivi, hanno leve per agire sulla gran parte di tali componenti (peraltro senza che questo necessariamente infici la sicurezza); dall’altro, fa riferimento a percentuali da calcolarsi sul fatturato, elemento che non ha attinenza alcuna con i valori di riferimento dei costi né appare chiaramente utilizzabile in una prospettiva di salvaguardia delle condizioni di sicurezza, mentre si presta ad agevolare condotte collusive, determinando una spinta verso un innalzamento e allineamento artificiale del livello dei prezzi. Per questo, sarebbe opportuno che codesto Ministero eliminasse del tutto ogni riferimento al “costo dell’organizzazione”.

Infine, l’Autorità auspica che “il MIT, nell’esercizio delle proprie prerogative volte alla tutela di obiettivi di interesse pubblico come la sicurezza stradale, svolga tali funzioni individuando modalità idonee ad incidere il meno possibile sul corretto funzionamento delle dinamiche concorrenziali e di mercato, in particolare ove, come nel caso di specie, siano agevolmente rinvenibili strumenti meno restrittivi della concorrenza rispetto a quelli che codesto Ministero intende riproporre”.

(fonte trasporti-italia.com)

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