Fit chiede controlli dopo la morte bianca di un camionista

La mattina del 7 gennaio 2019 i Carabinieri hanno trovato il cadavere di un autista polacco nella cabina di un veicolo industriale fermo nella zona industriale di Termoli. Il sindacato chiede maggiori controlli sulle condizioni di guida e di sosta.

La prima morte bianca registrata quest'anno nell'autotrasporto, ossia quella di un autista non coinvolto in un incidente stradale, è avvenuta il 7 gennaio nell'area industriale di Termoli, dove i Carabinieri hanno trovato il corpo di un camionista polacco nella cabina del suo veicolo. I militi sono stati chiamati da un collega, preoccupato dal fatto che l'autista chiuso nell'abitacolo non dava segni di vita. Gli infermieri dell'ambulanza hanno solo potuto riscontrare la morte dell'uomo, anche se non ne hanno rilevato le cause. Per conoscerle bisogna aspettare l'autopsia, prevista per la prossima settimana.
Questo evento ha spinto Maurizio Diamante, segretario nazionale della Fit-Cisl, a sottolineare le "condizioni inumane in cui sono costretti questi lavoratori". Diamante denuncia che "nel 2019 ancora tolleriamo che gli autisti di camion dormano e mangiano nel loro mezzo all'interno delle piazzole di sosta. Si può immaginare facilmente che questi lavoratori non si riposino affatto e quindi si mettano al volante stanchi, con conseguenti rischi per loro stessi e per gli altri utenti della strada". Il sindacato chiede "più controlli da parte delle autorità competenti per verificare le condizioni di sicurezza in cui operano questi lavoratori e sanzionare, se necessario, comportamenti non conformi alle norme".

(fonte trasportoeuropa.it)

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